Arci nazionale/ Fermare il massacro ad Afrin

Con un comunicato stampa emanato venerdì 16 marzo, la presidenza nazionale dell’Arci condanna fermamente le violenze perpetrate ai danni del popolo curdo a Afrin dall’esercito turco e dalle milizie arabe, lanciando un appello per la cessazione di tale barbarie:

«Nel silenzio generale della comunità internazionale si sta perpetrando una delle più gravi tragedie di questi ultimi anni.
La città di Afrin, enclave curda nel nord-ovest della Siria sotto attacco di Ankara da 55 giorni, è sotto assedio da quattro giorni.

Dopo aver tagliato l’energia elettrica e avvelenato i pozzi d’acqua, le forze dell’esercito turco con i miliziani arabi loro alleati hanno ieri colpito l’ospedale durante il bombardamento. Sono già oltre 100 le vittime civili e più del doppio i feriti tra la popolazione.

Chiediamo che la comunità internazionale batta un colpo per fermare questo massacro, imponendo immediatamente un cessate-il-fuoco, l’apertura di corridoi per garantire la consegna di aiuti umanitari e sanitari per consentire la messa in sicurezza dei feriti e dei civili.

Chiediamo che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisca con procedura d’urgenza per l’istituzione di una no-fly zone sopra la città di Afrin e richiamare il governo di Erdogan alle proprie responsabilità.

Grazie alle denunce della Mezzaluna Rossa Curda – che è l’unica fonte di informazioni per quanto sta accadendo nella città – nessuno potrà dire che non sapeva!» [Presidenza nazionale dell’Arci]

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