L’importanza dei Giusti

A Milano, al Monte Stella, dal 24 gennaio del 2003 anni esiste “Il Giardino dei Giusti di tutto il Mondo”. E’ un luogo ove, piantando per ogni persona un ciliegio selvatico, si vuole ricordare ed onorare il loro impegno come difensori dei diritti umani ovunque nel mondo, di testimoni attivi contro ogni forma di repressione e contro il negazionismo. I primi alberi sono stati dedicati agli animatori dei primi Giardini dei Giusti proposti nel mondo, a Gerusalemme, Yerevan e Sarajevo: Moshe Bejski per i Giusti della Shoah, Pietro Kuciukian in onore dei Giusti per gli armeni, Svetlana Broz per i Giusti contro la pulizia etnica.

L’iniziativa è partita da Gariwo, una associazione sorta nel 1999 ad opera di Gabriele Nissim, associazione che si è posta l’obiettivo di dare forza non solo alla memoria del bene ma alla sua potenza come strumento educativo.

In diciassette anni di vita il “Giardino dei Giusti” è stato capace di allargare il concetto di “Giusti” e oggi nel Giardino di Milano sono presenti alberi in ricordo di Felicia Impastato e Anna  Politkovskaja

“Oggi siamo chiamati ad una terza piccola rivoluzione: fare dei Giardini uno stimolo per creare delle buone pratiche e dei comportamenti esemplari nella società, come credeva con grande passione Ulianova Radice. Dobbiamo creare attorno ai Giardini una vita culturale che metta un argine alla cultura dell’odio e del disprezzo nel dibattito politico; che crei forme d’interazione e di conciliazione tra religioni e culture diverse; che insegni ai giovani il gusto dei dialogo sui social, promuovendo la conoscenza, la cultura e la lettura dei libri, respingendo le invettive personali e la logica del nemico”: con queste parole Gabriele Nissim ha inaugurato la cerimonia del 2019 del Giardino dei Giusti che ha visto, fra gli altri,  a Simone Veil, sopravvissuta alla Shoah,  magistrato, ministro, prima donna Presidente del Parlamento europeo; Denis Ukwege un medico contro gli stupri in Congo; Istvan Bibo un dissidente rivoluzione ungherese del 1956.

“La banalità del male” diceva Hannah Arendt, sottolineando come atti mostruosi molte volte avvengano da persone semplici, normali, come se il male convivesse con noi, pronto ad esplodere. Ed oggi ne siamo testimoni, nella banalità nei fenomeni di razzismo, di odio verso le donne, di violenze ingiustificate. Non è banale, dice la Arendt, ciò che succede, ma è banale la natura dei suoi esecutori. Un monito per tutti come nelle pagine finali del suo testo si chiede: “Ma se io fossi vissuta in Germania ai tempi del nazismo avrei contrastato Hitler o avrei seguito la maggioranza?”

“La memoria rimane una cosa vuota se non genera nuovi comportamenti “ esorta Gabriele Nissim. E continua “ Questa tradizione ci insegna che, anche nell’abisso più buio e anche nella condizione storica più disperata, c’è sempre un barlume di giustizia ed un esempio di umanità al quale possiamo aggrapparci. Questo barlume tiene aperta la porta della giustizia e illumina l’universalità dell’umanità, cioè riguarda tutti gli uomini, perché l’essere un Giusto non è legato all’appartenenza ad un popolo, ad un credo religioso o politico; esiste un dovere universale di giustizia che chiama tutti gli uomini, appartenenti a tutte le nazioni del mondo a compiere azioni che possano portare a salvare vite umane, anche una sola.”

La Giornata europea dei Giusti è stata proclamata, dal Parlamento europeo nel 2012, per il 6 marzo di ogni anno. Anche il Parlamento italiano l’ha riconosciuta nel 2017.

Arci Lombardia aderisce alla giornata e propone i propri Circoli come luogo di discussione e di incontro.

Per informazioni: lombardia@arci.it

Chi volesse presentare il libro di Gabriele Nissim “Il bene possibile. Essere giusti nel proprio tempo” può scrivere sempre ad lombardia@arci.it

Per chi volesse saperne di più: https://it.gariwo.net/ [Luigi Lusenti]

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