Pier Paolo Pasolini/ 40 anni senza

ppp2«Quaranta anni fa, la sera del 2 novembre del 1975, Pier Paolo Pasolini veniva ucciso in circostanze mai del tutto chiarite. Con il suo assassinio non veniva meno solo la sua persona fisica, ma si concludeva  un periodo  che aveva segnato profondamente la storia del nostro paese. Si concludeva il “lungo 68” italiano. Mentre in altre parti d’Europa e del mondo quello straordinario movimento esaurì presto la propria carica nobilitatrice e innovativa, in Italia, grazie all’incontro tra operai e studenti, tra ceti medi, intellettuali e classi popolari, durò negli anni e contribuì in modo determinante a democratizzare e modernizzare la nostra società. Aiutando anche la crescita della sinistra politica nel nostro paese. Non sembri strano accostare la figura di Pasolini a quel periodo così ricco di sommovimenti sociali e culturali.

E’ vero, l’autore di “Scritti corsari” non lisciò il pelo dei movimenti sessantottini. Chi non ricorda quei versi sui poliziotti dopo gli scontri di valle Giulia a Roma, immediatamente travisati e strumentalizzati dalla destra di allora? Ma anche per questa ragione Pasolini interpretò integralmente e con coraggio il suo ruolo di intellettuale che rappresenta la  coscienza critica di un paese, che non si piega al potere né si adagia sull’onda della sua contestazione.

Di intellettuali di quella fatta non ne abbiamo avuti molti dopo di lui. E anche questo è stato il sintomo e una delle cause del declino del nostro paese nei decenni successivi e dell’affermarsi di classi dirigenti sempre più aggressive, autoritarie e rozze. Un declino che non ha risparmiato i settori popolari, sempre meno popolo, sempre più individui tra loro contrapposti, spesso succubi delle peggiori culture di destra.

Ricordare oggi Pasolini per noi significa questo. Rendere omaggio al suo ruolo di multiforme artista e di grande intellettuale capace di percepire e di elevare da cronaca a storia i sommovimenti profondi della società, partendo dai suoi punti più bassi e nascosti; di non fermarsi mai alle apparenze, anche quelle che sembrano appaganti;  di non dismettere mai, di fronte a nessuno, il proprio atteggiamento critico e insieme appassionato. Questo suo insegnamento non deve andare disperso.» [Francesca Chivacci, presidente nazionale Arci]

Gli appuntamenti Arci per Pasolini:

Lunedì 2 novembre

*La Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, in collaborazione con Arci nazionale e Artdigiland, promuove, dalle 16 in via Ostiense a Roma, Pier Paolo Pasolini. 40 anni senza. Interviene Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci

*Arci Bellezza di Milano propone una serata di omaggio a Pasolini al circolo di via Bellezza 16. Una disperata vitalità. Una mostra, videoproiezioni, un recital toccante. Alla voce, Lorenzo A. P. Balducci. Estratti video da Godard a tutta la filmografia di Pier Paolo. Musiche di Ricerca. Mostra fotografica a cura di Alberto Molteni. Ingresso 7 euro con tessera Arci

Mercoledì 4 novembre

*Arci Cremona ricorda Pasolini con la proiezione di Salò o le 120 giornate di Sodoma al al Cinema Filo, unica sala cinematografica rimasta in centro città e convenzionata per i soci Arci, che tutti i mercoledì godono di una riduzione sul costo del biglietto.

Giovedì 5 novembre

*Arci Virgilio e Arci Mantova Padre nostro, 40 anni senza Pier Paolo Pasolini,  a seguire musica con Pat Moonchy. Serata speciale dedicata al grande poeta, regista, intellettuale, scomparso tragicamente il 2 Novembre 1975. Il titolo riprende volutamente quello di un convegno tenutosi a Macerata dieci anni fa, per continuare a riflettere sull’eredità lasciataci da una figura poliedrica, “a tutto tondo, ultimo rinascimentale” (G. Cara); e per raccogliere il messaggio, la coerenza e l’esempio di chi si è assunto la responsabilità di guida per le generazioni future. Definire la musica Pat Moonchy non è facile: la sua attrezzatura si basava su una cassa armonica amplificata da cui sporgevano cavetti di bronzo che, strofinati tra loro o messi a contatto con svariati oggetti, producevano sonorità sorprendenti ed originali che la performer filtra poi attraverso un mixer. Impressionante l’impatto teatrale di questa musicista dalla figura esile e ieratica, sempre intenta a far cascare fagioli e piccole pietre sul suo strumento per poi rimuoverli con rastrellini e scopine, accompagnando il tutto con vocalizzi dal sapore ipnotico.

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