Arci Lombardia/ NO a questa “autonomia differenziata”

l Consiglio Direttivo di Arci Lombardia, riunitosi a Milano l’11 marzo 2019, ha espresso in modo unanime la sua contrarietà al percorso verso “l’autonomia differenziata” che alcune regioni hanno avanzato. Tale percorso, a nostro parere, prefigura una trasformazione radicale del paese e rischia di ampliare le già gravi diseguaglianze sociali oggi esistenti. Non è pensabile affrontare questa situazione squilibrata dando più poteri e più risorse ad alcune Regioni senza aver creato una cornice normativa che garantisca stessi diritti ai cittadini e alle cittadine italiane a partire da fisco, istruzione, sanità, lavoro, ambiente, energia, materie fin ad oggi concorrenti fra Stato centrale e Regioni, sulle quali la Lombardia ed altre Regioni avrebbero piena sovranità.

Il percorso contrasta, inoltre, con i principi della Carta Costituzionale. La Costituzione prevede, infatti, che lo Stato abbia l’onere della “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”, che sia mantenuta “la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”, che sia lo Stato che “promuove coesione […] solidarietà sociale”.

Pensiamo sia urgente avere un quadro complessivo delle disparità oggi esistenti, a scapito dei cittadini, fra Regioni e Regioni, definire e garantire in tutto il territorio nazionale, nei diversi campi, i livelli essenziali di prestazione (LEP).

Infine riteniamo che ogni scelta dovrebbe avere il consenso di tutte le Regioni e di tutti i Comuni, evitando che le aree più fragili del nostro Paese siano messe ancor più in difficoltà.

In particolare chiediamo che il diritto costituzionale all’istruzione sia garantito ed esercitato in maniera eguale su tutto il territorio italiano. La sua regionalizzazione rappresenterebbe la fine dell’eguale diritto di apprendimento e la fine della coesione sociale e dell’unità culturale del Paese.

Il quadro che si viene delineando avrebbe una grave ricaduta sugli abitanti delle regione del Sud, oltre a determinare un incremento della privatizzazione dei servizi.

Esprimiamo, pertanto, le nostre ragioni di contrarietà a questa “autonomia differenziata” e chiediamo un impegno a tutela dell’universalità dei diritti in un quadro di solidarietà nazionale. [Massimo Cortesi, presidente Arci Lombardia]

 

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