Massimo Cortesi a “Sani come un pesce”

Intervento alla manifestazione in difesa della Salute “Sani come un pesce” Piazza Duomo Milano, 1 aprile 2023.

Care cittadine, cari cittadini, siete davvero tantissime/i e di questo ne sono immensamente felice. E’ un dovere che oggi l’Arci sia in questa piazza a manifestare il suo impegno a difesa della Sanità Pubblica.

E’ un dovere per una associazione di centinaia di migliaia di donne e uomini che ha nelle sue radici, nel suo presente e nel suo futuro valori come il mutualismo, la solidarietà, la diesa e l’impegno all’applicazione della Costituzione italiana e la difesa del Bene Comune.

La salute, c’è lo rammenta l’articolo 32 della Costituzione, è appunto uno dei principali beni comuni da tutelare. Ma questo bene comune ma come oggi è messo in discussione tra lacune immense nella medicina di territorio, dalla carenza del personale sanitario e nel suo trattamento economico e nel riconoscimento insufficiente, nelle liste d’attesa interminabili, in scelte poco strategiche nel finanziamento sempre più elevato al privato e tanto altro.

Eppure in questo quadro tanto devastato nemmeno la lezione della pandemia ci è servita, anzi alle recenti elezioni regionali in Lombardia in tanti hanno preferito rimuovere quanto accaduto e far finta di non vedere quanto sta accadendo con sempre più persone che stanno abbandonando la cura a causa dell’impossibilità di permettersi i tempi del Servizio Pubblico e i costi del privato. Anzi abbiamo ridotto la prevenzione e i suoi duplici effetti benefici: migliorare l’aspettativa di vita delle persone e ridurre i costi di cura.

Basta! Come dice Mafalda di Quino è ora di dire Basta!

E ora mi rivolgo a noi soggetti del Terzo Settore: ricordiamoci che il nostro ruolo è quello della sussidiarietà non della sostituzione del Pubblico. Sono in tanti a tirarci la giacchetta oggi ma ognuno deve fare quello che bene sa fare, in sinergia appunto e non in sostituzione.

Per l’Arci, e per le sue donne e uomini, essere sussidiari vuol dire garantire spazi e mezzi per combattere la solitudine, farsi che la cultura e il tempo libero si associno a quello medico perché chi ha problemi di salute non sia ghettizzato ma sia parte piena della comunità, perché i care giver abbiano il loro giusto ruolo e il loro giusto riconoscimento, perché esista il diritto all’invecchiamento attivo, perché le persone siano considerate appunto persone e non si leda la loro dignità.

Noi ci siamo e assieme a tutte e tutti voi possiamo riuscire a costruire il cambiamento. Volevo chiudere con un semplice grande abbraccio, ma a me piace il termine “lotta” usato oggi da Moni Ovadia e dunque vi saluto con “alla lotta e al lavoro”. Grazie. [Massimo Cortesi. responsabile Arci Salute e Memoria post covid, presidente Arci Lombardia]

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