Un call center anti gender. La proposta della Lega al consiglio regionale lombardo

genderUna vera e propria ossessione quella della Lega per le “teorie gender”, teorie la cui esistenza è già stata smentita dalla ministra dell’Istruzione Giannini. La crociata del partito di Salvini però va avanti, questa  volta con la richiesta alla Regione Lombardia di finanziare con cinquantamila euro un numero verde attivo giorno e notte utilizzabile da personale scolastico, genitori e studenti per segnalare le scuole in cui avvengano «episodi contrari ai valori della famiglia, con particolare attenzione alla tutela dei minori». Insomma un numero verde “anti gender”. Una volta denunciati gli istituti “colpevoli”, potrà intervenire la Regione o chiedere al ministero di muoversi. 
La proposta è in linea con la mozione per «contrastare la diffusione delle teorie gender nelle scuole lombarde» approvata, su iniziativa della Lega, lo scorso  ottobre dal consiglio regionale lombardo. Per non parlare di quei comuni amministrati dal Carroccio che hanno fatto scrivere su cartelli informativi a led frasi contro “l’ideologia gender”.

Tutto ciò non può più essere affrontato come l’ennesima trovata di quei “pazzarelloni” della Lega. La questione è in realtà molto seria, rivelatrice di una politica basata sull’intolleranza e la discriminazione non più accettabile. Siamo fortemente preoccupati per questa manifesta volontà di fare disinformazione, alimentando falsi allarmi che puntano a minare i principi di uguaglianza.

Per questo ci rivolgiamo alla ministra dell’Istruzione perché intervenga per bloccare iniziative come questa del call center antigender, garantendo la corretta informazione e vigilando affichè la scuola pubblica sia effettivamente laica, pluralista, aperta a culture e stili di vita diversi. L’uguaglianza è un principio sancito dalla nostra Costituzione e non è consentito a nessuno, nemmeno alla Lega, di stravolgerne contenuti e interpretazione.

L’approvazione da parte del Parlamento di una legge contro l’omofobia e di quella sulle unioni civili, che da troppo tempo aspettiamo, sarebbe un segnale di grande valore e fornirebbe un’arma in più, innanzitutto di carattere culturale, per contrastare simili posizioni.
Da parte nostra, continueremo a lavorare per la fine di tutte le discriminazione e  perché a tutte e tutti siano riconosciuti uguali diritti. [Arci nazionale]

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