Il presidente di Arci Milano scrive a Sala: «C’è chi non pensa solo al profitto»

Caro Beppe Sala, non c’è solo la Milano che corre per fare i dané – per fortuna. C’è che #Milanononsiferma anche nella solidarietà. Ci sono i circoli Acli provinciali Milano, Monza e Brianza, c’è Arci Milano che con l’associazione Naga – Milano traduce in tante lingue e diffonde i consigli ministeriali per non diffondere il #coronavirus, c’è l’Opera San Francesco per i Poveri che chiude i locali e distribuisce i pasti per strada… Ci sono migliaia e migliaia di volontari/ e, non tutti bianchi wasp, ma quasi sempre sorridenti, che fanno la Milano che ci piace.

Caro Sindaco,
e dunque cara Milano. Sono giorni difficili, perché un piccolissimo essere vivente ci ha raccontato con estrema violenza della nostra estrema fragilità. Fragilità fisica e, forse, soprattutto sociale. La nostra bella città ha avuto qualche rigurgito di intolleranza, qualcuno ha puntato ancora una volta sulle porte e sui porti chiusi in faccia a chi ha bisogno. Per fortuna, e anche grazie al lavoro delle ultime amministrazioni cittadine, sono stati episodi molto marginali per quanto comunque gravissimi. Ma la fragilità che più ha messo in luce quel piccolo essere vivente è quella di un sistema sociale che rischia il collasso economico. Attività commerciali chiuse, aziende chiuse, importantissimi appuntamenti saltati o rinviati, migliaia di posti di lavoro a rischio. Piccole e grandissime aziende che chiedono sostegno alle istituzioni comunali, regionali e nazionali perché messe in estrema difficoltà da un essere tanto invisibile quanto temuto. Che anche grazie a una eccessiva drammatizzazione della comunicazione ha scatenato il panico.

C’è per fortuna, in questa città, anche chi non pensa solo al profitto. E non pensa come prima cosa a se stesso, ma si offre alla collettività nel momento del bisogno. Ad esempio traducendo i testi del ministero della Salute in tutte le lingue, come hanno fatto alcune associazioni e che Arci ha divulgato. Oppure come l’Opera San Francesco che, costretta a chiudere le mense, continua a distribuire viveri al sacco per chi non mette insieme il pranzo con la cena.

Un mondo che sicuramente è messo in crisi dal piccolo virus: i circoli Arci, così come quelli Acli e fin gli oratori sono chiusi, quei circoli e quei luoghi che fanno corsi di italiano per stranieri, sportelli per l’accoglienza, che offrono pasti a chi non può permetterseli, che aprono le loro porte agli anziani che ritrovano socialità. Ma pur a battenti chiusi continuano a darsi da fare. Perché c’è chi, pur nella fatica resa ancor più faticosa di questi giorni, non smette di volere essere utile alla costruzione di una città più aperta, più solidale, più giusta. Milano è bella, anche nelle difficoltà. [Maso Notarianni, presidente di Arci Milano]

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